Il giovane Holden
  • 9788806193096
  • Einaudi
  • 2008

Il giovane Holden

di Salinger Jerome D.

Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a "exemplum vitae", e ciò ne ha decretato l'immenso successo che dura tuttora. È fuor di dubbio, infatti, che Salinger abbia sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l'immaginario collettivo e stilistico del Novecento, diventando un autore imprescindibile per la comprensione del nostro tempo. Holden come lo conosciamo noi non potrebbe scrollarsi di dosso i suoi "e tutto quanto", "e compagnia bella", "e quel che segue" per tradurre sempre e soltanto l'espressione "and all". Né chi lo ha letto potrebbe pensarlo denudato del suo slang fatto di "una cosa da lasciarti secco" o "la vecchia Phoebe". Uno dei libri del Novecento che tanto ha ancora da dire negli anni Duemila. (da IBS)


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Commenti (5)

19/10/2011 - val51
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Questo libro e' stato scritto circa 50 anni fa..... Grande successo sia della critica e di pubblico, si puo' riassumere come la descrizione in prima persona di qualche giorno della vita di un adolescente americano in piena crisi esistenziale. Holden infatti è un ragazzo romantico, puro e ingenuo che non riesce ad entrare in sintonia con il mondo che lo circonda. Unica luce nella sua vita e' l'affetto ricambiato con la sorellina. Il linguaggio del protagonista e' cinico e paradossale, ma realistico e moderno. La sua continua ricerca di qualcosa che possa dare un significato alla sua vita rende il romanzo vivace e interessante senza mancare a tratti anche di umorismo. Classico da leggere a tutte le eta', questo libro rimane una delle opere più significative della letteratura americana del secolo scorso.

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17/12/2011 - sofia
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Il giovane Holden ha decretato il successo dell'autore Jerome Salinger anche se 50 anni fa ha destato non poche critiche. Lo stile informale di tutto il libro ricalca lo slang da college allora imperante.Il disagio e la rabbia che pervadono il protagonista diciassettenne Holden sono però attuali e le sue reazioni sono il quadro emblematico dell'adolescenza e del disagio del viverla.Holden ha collezionato una serie di sconfitte scolastiche ed è stato espulso per scarso rendimento anche dalla prestigiosa scuola di Pencey un college della Pennsylvania.Racconta la sua storia in prima persona, la sua rabbia, le sue antipatie, il dolore per la morte per leucemia del fratello Allie, del suo amore per Phoebe la sorellina. Holden Caulfield racconta tre giorni di vita sbandata che decide di passare , all’insaputa della famiglia che ancora non sa dell’ennesima delusione,girovagando nei sobborghi di New York.. L'epoca è alla fine degli 50, in un contesto sociale privo di valori e di adulti significativamente validi.Dopo aver rifiutato un rapporto con una prostituta, e picchiato per questo, Holden si sente sempre più tradito dal mondo degli adulti, e per questo si ritira in quello magico dei bambini, andando a trovare la sorellina Phoebe e rievocando il fratellino Allie morto prematuramente di leucemia.I due sono le persone più importanti nella vita di Holden e Phoebe lo ricondurrà a migliori intendimenti. Un libro dal linguaggio strano intervallato da esclamazioni tipiche di un adolescente a volte umoristico, ma sempre con alla base la solitudine di un ragazzo non capito dagli adulti che d'altro canto non si sforza per essere capito pieno di rabbia e di voglia di contestare. Leggerlo serve a capire gli adolescenti e la nostra adolescenza la rabbia di Holden diventa la nostra rabbia per un mondo di adulti che spesso non sa capire i propri figli e incanalarli nella vita. Da leggere!

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04/02/2012 - Gino
utente
Sono passati cinquant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e la sua "infanzia schifa" e le "cose da matti che gli sono capitate sotto Natale", dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi. La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli. Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ognuno ha potuto leggervi la propria rabbia e assumere il protagonista ad "exemplum vitae".

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14/07/2014 - simona72
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deludente... ho affrontato la lettura con molte aspettative ma non mi ha mai colpito.. l'ho trovato noioso... probabilmente una lettura più maschile

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11/01/2017 - Tesesempreastroz
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Per la precisione questa è stata la più grossa delusione dopo “la leggenda del santo bevitore” “dracula” eccetera eccetera. Cristo santo ‘sto holden non la smetteva più di lamentarsi di tutti gli altri e l’unica volta che, forse trova un personaggio meritevole va a finire che s’addormenta, lo scambia per un pederasta e vattelappesca. Senza scherzi è un libro che posso benissimo dimenticarmi d’aver letto; l’unica cosa che credo non scorderò è quel discorso del diavolo che holden fa alla vecchia phoebe ( ve l’ho già detto che è proprio fantastica la vecchia phoebe? D’altronde non ho voglia di scrivervi tutta la mia dannata biografia e compagnia bella) quando va a trovarla a casa di quegli schifi dei suoi genitori; le racconta come gli piacerebbe essere in un grande campo di segale con tanti ragazzini che giocano a calcio eccetera eccetera e oltre a lui e ai ragazzini non c’è nessun’altro e lui sta vicino ad un dirupo pazzesco e deve acchiappare i ragazzini che rischiano di finirci dentro. E lo so che sembra una pazzia, ma è un lavoro che farei volentieri anch’io.

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