Delitto e castigo
  • 9788806177065
  • Einaudi
  • 2005

Delitto e castigo

di Fedor Dostoevskij

"E' il rendiconto psicologico di un delitto. Un giovane, che è stato espulso dall'Università e vive in condizioni di estrema indigenza, suggestionato, per leggerezza e instabilità di concezioni, da alcune strane idee non concrete che sono nell'aria, si è improvvisamente risolto a uscire dalla brutta situazione. Ha deciso di uccidere una vecchia che presta denaro a usura..." (Dostoevskij). Fonte http://www.ibs.it/code/9788806177065/dostoevskij-fedor/delitto-castigo.html


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Commenti (2)

10/12/2015 - sofia
utente
Rileggere dopo tanti anni il capolavoro di Dostoiewskij Delitto e Castigo si ha un'impressione ben diversa. Si apprezzano di più i risvolti psicologici del personaggio principale Raskolnikov e di quelli secondari. Marmeladov doveva essere il protagonista del romanzo che era tutto incentrato sull'alcolismo. Questo l'ho letto negli appunti dell'autore nell'appendice del libro. E' solo nell'evolversi della trama che a Dostoiewskij è nata l'idea di questo delitto e Marmeladov è diventato un personaggio secondario, ma che ha molto influito nella vita di Raskolnikov.Parlando di Dostoiewskij il critico Michail Bachtin inventò il termine “romanzo polifonico” dove tutti i personaggi vengono analizzati come fossero tutti protagonisti.L'autore in una lettera al suo editore scriverà così: "Un giovane, espulso dall’università, di famiglia piccolo borghese, poverissimo, decide di uscir di colpo dalla sua triste situazione (…) e uccidere una vecchia usuraia (…): una vecchia stupida, sorda, malata, avida, cattiva (…) egli decide di ucciderla (…) e diventare in seguito – e per sempre – un uomo onesto, risoluto, inflessibile nel compiere “il proprio dovere verso l’umanità” Lui divide gli uomini in due grandi categorie: i grandi uomini, i “Napoleone”, a cui è consentito vivere e agire al di sopra della legge morale e ai quali, in nome della loro grandezza e del beneficio che l’umanità trae dalla loro esistenza, "tutto è permesso"; le persone comuni, i “pidocchi”, che devono invece sottostare alle leggi e al senso comune, e nei confronti dei quali i Napoleoni hanno diritto di vita e di morte. L’omicidio che Raskol’nikov compie è, almeno in parte, il modo che lo studente ha per dimostrare a se stesso e al mondo di appartenere alla categoria dei grandi uomini. Dopo il delitto però avrà i ripensamenti e con l'aiuto della figlia di Marmeladov Sonia si avvierà alla redenzione.Pietroburgo è la protagonista fra i protagonisti, non è la città che ci aspettiamo. E' sordida, sudicia dà l'impressione che la desolazione dei personaggi si sia appiccicata alla città che ne diventa una cornice angusta e triste. Ottima rilettura!

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14/07/2017 - Tesesempreastroz
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l'ho letto a 16 anni la prima volta. troppo presto. l'ho giudicato noioso e lento e l'ho buttato da parte. poi un paio d'anni fà, da grande, per pavoneggiarmi con un ragazzo l'ho preso in mano e l'ho divorato senza accorgermene in un paio di giorni. la prima parte è meglio, la seconda è pregna dei deliri e dei sensi di colpa del giovane.

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