Il fu Mattia Pascal
  • 9788804492504
  • Mondadori (collana Oscar classici moderni)
  • 2001

Il fu Mattia Pascal

di Pirandello Luigi

Mattia Pascal è certo il primo protagonista di romanzo, in Italia, a intrattenere un rapporto volubile e leggero con le proprie radici temporali, quasi fosse incalzato da una segreta vocazione a evaporare e dissolversi in altre forme, contro il ricatto della storia e delle sue istituzioni. Agli antipodi degli eroi dannunziani dalla vita sublime, con Mattia Pascal si annunciano gli eroi della vita interstiziale, sopravvissuti a una catastrofe dell'ideologia ottocentesca, della quale solo dopo la grande guerra si intendersi per intero lo schianto.


Acquista su Amazon.it
Acquista su ibs.it

Commenti (3)

18/03/2012 - Gino
utente
Il fu Mattia Pascal è un celebre romanzo di Luigi Pirandello che apparve dapprima a puntate sulla rivista "Nuova Antologia" nel 1904 e pubblicato, nello stesso anno, in volume. Fu il primo grande successo di Pirandello, scritto in un momento difficile della sua vita. Mattia Pascal vive a Miragno, un immaginario paese ligure, condividendo con il fratello Roberto e la madre una discreta eredità lasciata dal padre. La madre decide di affidare l’eredità a un amico del marito, Batta Malagna, un uomo disonesto che si cura solo dei propri interessi e che col passare degli anni riuscirà a possedere tutte le proprietà dei Pascal. L’Istruzione dei due ragazzi viene affidata a Pinzone, un bizzarro insegnante di poco conto che preferisce andare bighellonare con suoi allievi piuttosto che insegnare loro qualcosa. Mattia matura un carattere compulsivo, allegro e spensierato. Dopo la morte della ultima moglie, da cui non ebbe figli, Batta Malagna sposa una giovane ragazza di nome Oliva. Mattia innamorato già da tempo della donna, decide di condividerne un finta relazione al fine di indispettire il Malagna, poiché costui non era riuscito ad avere eredi, colpa che attribuisce alla povera ragazza. Malagna si risposa, Oliva partorisce un figlio che però si rivela essere di Mattia. L’amministratore decide di provvedere al bambino visto il suo grande desiderio di diventrare padre. La vedova Pescatore e la figlia Romilda (nuova moglie e nipote del Malagna) si trasferiscono nella casa di costui. L’amministratore complotta con la vedova Pescatore per avere un figlio da Romilda. La giovane ragazza piace però anche a Pomino, amico di Mattia. Il giovane Pascal decide di frequentarla per conto dell’amico, ma tra i due scatta un amore improvviso. Mattia è costretto a sposarsi nonostante il parere avverso della Pescatore , tuttavia con una lettera Romilda dice a Mattia di interrompere la loro relazione in quanto il Malagna aveva annunciato la nascita di un figlio da costei. Mattia si sente ingannato e decide di mostrare la lettera a Oliva pregandola di non rivelarne il contenuto. Malagna scopre il tradimento della moglie e si reca da Mattia dicendogli di rimediare all’accaduto. La vedova Pescatore appresa la notizia del matrimonio dalla figlia va in escandescenza, ella non avrebbe mai acconsentito a tutto ciò. Romilda cerca allora di persuadere Batta Malagna per far cambiare idea alla madre, l’uomo baratta però l’affidamento del figlio di Mattia. Mattia è costretto a sposare Romilda e a vendere tutte le propietà. Da questo momento la vita del giovane Pascal sarà perseguitata dalla sfortuna e dalle disgrazie. Infatti dopo aver venduto le sue proprietà si trasferisce in una casa umile, la moglie sembra che non lo ami, i due figli che ella mette alla luce muoiono in seguito a gravi problemi di salute. A ciò si aggiunge l’odio della suocera che aggrava in casa l’equilibrio già precario. La mamma di Mattia è vittima di questa donna e di lì a poco muore. Pascal è costretto a cercarsi un lavoro. Ottiene il posto di bibliotecario, un lavoro che si rivela essere alquanto noioso. Dopo la morte dei due figli e della madre decide a insaputa di tutti di scappare a Montecarlo per darsi al gioco d’azzardo. La fortuna sembra girare dalla sua parte e riesce ad accumulare una grande fortuna. Mentre decide come utilizzare al meglio la sua vincita egli apprende da un giornale la notizia della ” sua morte”. Secondo la notizia, Mattia Pascal sarebbe morto vicino al molino della Stia in seguito a un suicidio per problemi finanziari, la moglie e i parenti riconoscono la sua salma. Ovviamente il suicida non poteva essere Mattia, le due donne avevano infatti pensato bene di approfittare della somiglianza fisica del poveretto con il marito e del suo allontanamento, riconoscendo così Mattia nel corpo di un estraneo. Dopo la lettura della notizia, il giovane Pascal intravede davanti a se una nuova vita priva di legami col passato. Decide di cambiare identità sotto il falso nome di Adriano Meis. Inoltre decide di farsi crescere i capelli, tagliarsi la barba e di nascondere il suo occhio sbircio sotto dei buffi occhiali colorati. Inizia così a viaggiare per l’Italia e la Germania, ma ben presto si rende conto che ha bisogno di avere una vita stabile e decide di sistemarsi a Roma in una camera affittata da una famiglia del posto, I Paleari. I componenti della famiglia sono il padrone di casa Anselmo, la figlia Adriana e la signorina Caporale. Grazie a questi personaggi Adriano potrà riflettere sulla sua condizione e cambiare ancora una volta stile di vita, infatti la riservatezza che aveva dovuto mantenere per non essere scoperto con il passare del tempo scompare. La signorina Caporale si innamora di Adriano, egli però ha solo occhi per la giovane Adriana. L’equilibrio della casa viene interrotto dall’ arrivo del cognato di Adriana, Terenzio Papiano, personaggio losco che vuole sposare Adriana per rubare la dote ad Anselmo. Adriano non riesce a sopportare tale ingiustizia e cerca di ostacolarlo in tutti i modi. Nel frattempo Adriano decide di migliorare il suo aspetto fisico sottoponendosi ad un intervento chirurgico all’occhio sbircio ed eliminando così ogni traccia del suo passato. Il protagonista si trova a dover passare un periodo di riposo in una stanza, al riparo della luce. Durante la sua convalescenza nella stanza, Terenzio gli sottrae dei soldi con l’aiuto di un complice. Il protagonista si trova con le spalle al muro ed entra in una nuova crisi, non può assolutamente denunciare il furto come tanto desiderava Adriana altrimenti la polizia avrebbe indagato scoprendo la sua vera identità. Adriano finisce col decidere di non sposare Adriana e trova un escamotage per allontanarla : finge di essersi innamorato della ragazza di un pittore che era venuto insieme ad ella per una visita alla famiglia Paleari. Il gesto lo porta a litigare con il pittore che vuole risolvere la questione con un duello a morte. Adriano si sottrae al duello e decide che è giunto il momento di abbandonare l’identità di Adriano Meis; lascia su un ponte che da sul Tevere degli indumenti, un vecchio bastone e un bigliettino. Leggerà ancora una volta sui giornali la notizia del suo suicidio. Era ritornato all’identità del “fu Mattia Pascal”. Mattia decide di incontrare Roberto che rimane incredulo alla vista del fratello ,ormai creduto morto da due anni. Da quest’ultimo viene a sapere che la moglie si è risposata con Pomino e che insieme hanno avuto una bellissima bambina. Mattia vuole affrontare il suo destino ritornando a casa della moglie, ma vedendo che ella ora è felicemente sposata e che ha avuto finalmente una figlia sana decide di non intromettersi più nella sua vita. Si ritira così nella polverosa biblioteca dove aveva lavorato in passato e decide di scrivere la sua storia; ogni tanto si recherà al cimitero per lasciare una corona di fiori sulla tomba del "fu Mattia Pascal". Mattia dietro il consiglio del suo amico don Elegio lascerà il manoscritto nella biblioteca dove aveva lavorato con l'obbligo però di aprirlo soltanto cinquant'anni dopo la sua terza, ultima e definitiva morte. La prima morte è quella che lo vede morto suicida nel mulino della "Stìa", la seconda quella in cui "muore" il suo alter ego Adriano Meis. Nel romanzo “Il fu Mattia Pascal” Pirandello affronte un tema rilevante: quello dell’identità. Mattia Pascal, creduto da tutti morto, decide di cambiare vita, assumendo un’altra indentità, quella di Adriano Meis, per poi accorgersi che non può espletare nessuna funzione e nessun ruolo sociale a causa del fatto che la sua è solo un’identità fittizia. In effetti l’identità che ognuno di noi possiede, comprensiva del ruolo sociale esercitato, è indispensabile per essere riconosciuti agli occhi degli altri come soggetti portatori di diritti. Anche se non ci facciamo spesso caso, il riconoscimento sociale di ciò che siamo e di chi siamo diventa un elemento indispensabile per vivere e mettere in atto la nostra natura di animali sociali. Quando Adriano Meis subisce un furto, non può denunciarlo, quando vuole sposare la donna che ama, questo gli viene impedito. Senza un’identità riconosciuta e accettata dagli altri saremmo solo dei contenitori vuoti, privi di determinazioni che ci contraddistinguono. In sostanza non esisteremmo. Quando Pirandello affronta la questione dell’identità sociale nella sua opera letteraria, vuole sottolineare attraverso la vicenda di un singolo individuo una condizione che riguarda tutti. Non si può tentare di sfuggire alla nostra identità, perchè prima o poi nel relazionarci agli altri e alla realtà, in quanto animali sociali, saremo sempre e comunque portatori di modi di essere che implicano le caratteristiche specifiche che costituiscono un’identità. ♥ Curiosità: Sono tre le trasposizioni cinematografiche dell'opera di Pirandello. La prima - muta - risale già al 1926: Il fu Mattia Pascal, per la regia del francese Marcel L'Herbier e con Ivan Mosjoukine nel ruolo di Mattia. Nel 1937 è ancora la volta di un regista francese, Pierre Chenal, che scelse Pierre Blanchar come protagonista per il suo Il fu Mattia Pascal. Nel medesimo anno fu distribuita anche una pellicola di produzione italiana firmata sempre da Chenal dallo stesso titolo, Il fu Mattia Pascal. La più recente versione è italiana: nel 1985 Mario Monicelli dirige Le due vite di Mattia Pascal, una versione trasferita ai giorni nostri, con Marcello Mastroianni. Il romanzo di Pirandello è stato adattato anche per il teatro, nel 2004, da Tullio Kezich. Massimo Dapporto recitava la parte di Mattia Pascal. Anche Il Teatro Prova di Bergamo, nel 2008, ne cura una riduzione teatrale, incrociando la storia del romanzo a quella del suo autore Luigi Pirandello: Io sono la tua pazzia. La regia è di Stefano Mecca e vede Max Brembilla, Andrea Rodegher e Alessandra Spinelli in scena. Il numero 67 di Dylan Dog, intitolato "L'Uomo Che Visse Due Volte", è il romanzo di Pirandello in chiave horror: si narra infatti di un uomo che ha perso la memoria, un certo Matthew Pascal, che deve fare i conti con la sua metà oscura, che di nome fa Adrian Mehis.

Leggi la recensione

14/07/2014 - simona72
utente
Mattia Pascal si finge morto e continua la sua esistenza osservando.. molto bello!!!

Leggi la recensione

12/01/2017 - - Vale -
utente
Uno dei libri che più mi ha affascinato di Pirandello. La sua doppia vita ha fatto storia, epoca, scandalo. Va letto, assolutamente!

Leggi la recensione