Le nausee di Darwin
  • 978-88-97044-04-8
  • Autodafè
  • 2011

Le nausee di Darwin

di Giordano Boscolo

«Brutta bestia la disoccupazione». Tanto brutta da indurre il neolaureato Luca Visentin, nel tentativo di sottrarsi alla solita trafila di lavori precari e stagionali, a proporsi come candidato per un imprecisato e forse fantomatico progetto di ricerca internazionale sulle tartarughe marine nell’Alto Adriatico. Costretto a imbarcarsi ogni notte sulle navi dei pescatori di Chioggia, il giovane biologo, affrontando una quotidiana lotta con il sonno e le nausee, entra in contatto con un mondo antico che vive in simbiosi con il mare ed è scandito dai ritmi della pesca per la sopravvivenza. La forza di uno sguardo distaccato e ironico per raccontare una storia che è in buona parte autobiografica. Così l’autore delinea un confronto, e una progressiva comprensione, fra due universi apparentemente inconciliabili: quello del giovane laureato alla ricerca della sua strada nella vita e quello dei pescatori che parlano solo in dialetto e si tramandano di padre in figlio un mestiere che è anche un destino.


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Commenti (1)

10/06/2012 - brontolo
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Luca è un giovane neolaureato di belle speranze ma con un’unica certezza: trovare un lavoro attinente alla sua laurea è un’impresa decisamente impossibile. Costretto a barcamenarsi tra lavori saltuari, accetta anche, con scarso entusiasmo a dire il vero, un incarico per un improbabile e alquanto nebuloso progetto di ricerca sulla presenza delle tartarughe marine nell’Adriatico. Inizia così la sua avventura sui pescherecci che ogni notte salpano da Chioggia; un’ avventura difficile che lo farà entrare in contatto con un mondo particolare, chiuso, a tratti rude e scontroso, ma pieno di umanità: quello dei pescatori. E’ l’incontro tra due universi precari, quello degli studenti e quello dei pescatori che ogni notte affrontano il mare per sopravvivere. Tra una nausea da mal di mare e l’altra, la storia ci mostra le difficoltà di entrambi, con divertenti intermezzi quando l’autore descrive alcune situazioni tragicomiche nelle quali viene a trovarsi. Una storia narrata con uno stile molto ironico, si sorride molto leggendola pur senza mai perdere di vista la profondità del racconto. Ben riuscita invece la descrizione della vita sul peschereccio, una vita durissima che spesso si tramanda di padre in figlio, una vita che spesso non si sceglie, ma che si rispetta. Un mondo dove il dialetto è la lingua ufficiale e dove la rudezza di certi atteggiamenti cela la consapevolezza delle difficoltà da affrontare ogni giorno in un mare che è sempre da domare e dove non si può perdere tempo in chiacchiere inutili. Di tartarughe nemmeno l’ombra, in compenso una bella anche se dura esperienza di vita.

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