Pomodori verdi fritti al Caffè Whistle shop
  • 8845404919
  • Sonzogno
  • 1993

Pomodori verdi fritti al Caffè Whistle shop

di Fannie Flagg

Evelyn, una donna infelice e molto complessata, incontra in un ospizio Virginia, una vecchietta originale che le racconta una storia di tanti anni prima. Quella del Caffé di Whistle Stop, aperto in Alabama da una singolare coppia al femminile, la dolce Ruth e la temeraria Idgie, e frequentato da stravaganti sognatori, uomini di colore, poetici banditi e vittime della Grande Depressione. La movimentata vicenda di due donne, coinvolte loro malgrado in un omicidio, e la loro tenacia nello sconfiggere le avversità, ridanno a Evelyn la fiducia e la forza necessarie per affrontare le difficoltà dell'esistenza.


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Commenti (2)

24/05/2011 - sofia
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Fannie Flagg è stata attrice e sceneggiatrice per la televisione, il cinema e il teatro. Oltre a “Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop” ha scritto “Hamburger e miracoli sulle rive di Shell Beach” e “Pane cose e cappuccino dal fornaio di Elmwood Springs”. In breve la trama: Evelyn è una donna infelice e molto complessata, ha passato un'intera esistenza convinta che la cosa più importante fosse la felicità del marito e dei figli e che se avesse compiuto i suoi doveri sarebbe stata felice, purtroppo la vita che conduce sembra dargli torto: il distacco dei figli si fa insopportabile , ha un marito, Ed, che sembra preoccuparsi di più delle sue partite di football e di sua madre che della moglie, ed è proprio in una delle solite visite settimanali alla suocera dispotica che Evelyn conosce la signora Virginia Threadgoode un'anziana ospite della casa di riposo Rose Terrace. La signora racconta ad Evelyn una storia di molti anni prima, quella del caffè di Whistle Stop, aperto in Alabama da una singolare coppia di giovani donne: la forte e temeraria Idgie e la dolce Ruth.....La storia scorre veloce a cavallo dell'America anni '30 e di quella anni '80, offrendoci appetitosi spunti di riflessione: il legame indissolubile tra due donne, l'accettazione di un handicap fisico o mentale, il razzismo che non permette ai neri di condividere il Caffè con i bianchi, la condizione della donna, la filosofia dell'apparire piuttosto che essere. Sono sorpresa: tra un piatto di pomodori verdi fritti, una porzione di barbecue cucinata ad arte da Big George e una bella fetta di torta fatta da Sipsey, si affrontano temi importanti che poggiano senza forzature su una storia coinvolgente e dinamica, in cui si susseguono i racconti di diversi personaggi e delle loro vite di criminali, vagabondi, neri asserviti ai bianchi per dare un futuro ai figli, alcolisti di ogni genere e moderni Robin Hood.Una lettura scorrevole che riesce ad andare oltre la superficie patinata degli eventi, raccontandoci la vita variegata e contraddittoria degli abitanti di queste sonnolente cittadine dell'Alabama. consiglio consiglio!

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05/06/2012 - pitulina
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Si stava meglio quando si stava peggio Quando si centellina un libro i motivi sostanzialmente sono soltanto due: o il libro è una colossale ciofeca oppure, ed è questo il caso, si vuole ritardarne la fine. Ci ho messo molto a leggere questo libro, più del tempo medio che impiego per un libro da 300 pagine o giù di lì, soprattutto per le atmosfere che emana. La nostalgia è palpabile, la si sente sulla pelle, ma a differenza dei ricordi passati che mettono sempre un pochino di tristezza quando si arriva alla consapevolezza che quei momenti non torneranno più, qui si trovano soltanto ricordi talmente belli che lasciano sì tristezza ma anche un sorriso sulle labbra. Tutto cambia, il progresso e il guadagno impongono mutamenti inevitabili che dovrebbero portare tutti i componenti di una comunità a vivere meglio…ma sarà davvero così? Ma non era molto meglio quando, pur avendo pochissimo, si riusciva a stare bene con niente? A ridere e divertirsi semplicemente raccontando bugie colossali o facendo scherzi al prete o ancora stando tutti insieme? Per certi versi questo libro mi ha ricordato molto “Il buio oltre la siepe” anche se il tema dei neri viene trattato in maniera completamente differente e certe situazioni vengono solo rese note al lettore come se si trattasse di un articolo di giornale, le riflessioni vengono lasciate totalmente al lettore. Soprattutto questo libro racconta il coraggio: parliamo di un’epoca in cui, in Alabama ma un po’ nel mondo intero, la vita non era per niente facile per molti (neri, donne, poveri), è l’era della Grande Depressione e il Caffè di Whistle Stop è il luogo di ritrovo di un mondo completamente svanito. Un mondo fatto da uomini e donne che io definisco “di vecchio stampo”, dove la gentilezza spontanea faceva sì che anche uno sconosciuto, dopo aver fatto dei lavoretti, potesse mangiare gratis un buon pranzo completo. La Signora Ninny, che secondo me è la vera protagonista del libro, è di una dolcezza disarmante. Mi hanno colpito molto alcune riflessioni fatte da Evelyn (la signora che va sempre a trovare la Signora Ninny) a proposito del fatto che a suo avviso la gente è sempre arrabbiata, con una faccia tirata e annoiata, sempre pronta ad aggredire per sciocchezze…e ho trovato che nonostante siano passati anni e anni le cose non siano affatto cambiate (da qui la conclusione che alla fine cambiano i tempi ma sostanzialmente forse gli uomini restano sempre uguali); poi c’è la domanda che Evelyn si pone: “troverò mai una persona pura e ingenua come la Signora Ninny?” e mi sono chiesta se per essere buoni non sia inevitabilmente necessario essere anche un tantino “ignoranti”…non fraintendetemi, per ignoranti non intendo dire stupidi, intendo che se uno ha una certa esperienza del mondo tende a diventare un pochino meno buono e un tantinello più “sgamato”. Ma ho pensato anche che a volte, quando meno te lo aspetti, ti capita di incontrare qualcuno o qualcuna così entusiasta della vita da farti tornare un’energia che pensavi persa per sempre e da far sparire la parte “Towandese” (chi ha letto il libro capirà) che inizia a prendere possesso di te…come è successo ad Evelyn con Ninny. P.S. Se vedete un/una vecchiettino/a scambiate qualche parolina insieme….primo, perché quando si diventa vecchi si tende ad essere accantonati dal resto della gente, secondo perché magari potrebbe essere la vostra ancora di salvezza per quel giorno (andato storto)!

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