Da un'infanzia infelice, scrive la Némirovsky, non si guarisce mai.Il vino della solitudine è il più autobiografico dell'autrice e anche il più personale. In un appunto sul manoscritto di Suite francese dove lei aveva stilato l'elenco delle sue opere su Il vino della solitudine scrive di suo pugno "di Irene Nemirovsky per Irene Nemirovski"In effetti difficile non intravedere l'autrice stessa nella protagonista Hèlène e il suo rapporto con una madre distratta solo dai suoi capricci.Hèlène si rifugia tra le braccia della sua istitutrice Mademoiselle Rose che vede come la sua vera madre.Quattro sequenze compongono questo eccezionale romanzo le prime due dedicate a Hèlène bambina che vive a Kiev e l'Ucraina prima; Pietroburgo poi spiando senza capirlo il mondo degli adulti.La terza sequenza narra la fuga assieme alla famiglia per sfuggire alla rivoluzione che incalza ed infine la sequenza finale a Parigi, città tanto amata dalla Nemirovki."Sono stati anni di apprendistato" pensa Hélène, finalmente libera, sola, lontana ormai da casa. "Terribilmente duri, è vero, ma che mi hanno temprata, hanno rafforzato il mio coraggio e il mio orgoglio. E questo mi appartiene, è la mia ricchezza inalienabile. Sono sola, ma la mia solitudine è aspra e inebriante". E paragona la sua solitudine come una vittoria non una perdita.Bel romanzo che consiglio!