Il razzismo spiegato a mia figlia, recensito da Gino

E’ il secondo libro che leggo di questo autore, dopo lo stupendo “Creature di sabbia” ho voluto leggere qualcosa di diverso. Questo libro nasce in un soggiorno in Francia che l’autore ha con la figlia, per la manifestazione contro il progetto di legge Debré sull’ingresso e sul soggiorno degli stranieri in Francia. Il libro è scritto in maniera molto chiara, si svolge diciamo con una sorta di dialogo/comunicazione che l’autore ha con la figlia, attraverso domande, curiosità, perplessità e spiegazioni: «La parola straniero ha la stessa radice di estraneo e di strano, che indica ciò che è “di fuori, esterno, diverso”. Designa colui che non è della famiglia, che non appartiene né al clan né alla tribù. E’qualcuno che viene da un altro paese, sia esso vicino o lontano, qualche volta da un’altra città o villaggio. Da ciò è nato il concetto di xenofobia, che significa ostilità verso gli stranieri, e ciò che viene dall’estero. Oggi però la parola strano designa qualcosa di straordinario, di molto diverso da quanto si ha l’abitudine di vedere, è sinonimo di strambo».Un libro consigliato ai bambini, ma per me servirebbe anche per tanti adulti che nel loro trasmettere educazione riescono a far passare sentimento di propria non accettazione del diverso – è da qui che nasce il razzismo tramite la trasmissione -. “Stammi bene a sentire, figlia mia: le razze umane non esistono. Esiste un genere umano nel quale ci sono uomini e donne, persone di colore, di alta statura o di statura bassa, con attitudini differenti e variate. E poi ci sono molte razze animali. La parola razza non ha una base scientifica, è stata usata per mettere in evidenza gli effetti di diversità apparenti, cioè di fisionomia, che non devono creare divisioni tra gli uomini. Non si ha diritto di basarsi su tali differenze fisiche – il colore della pelle, la statura, i tratti del viso – per dividere l’umanità in modo gerarchico. In altre parole, non si ha il diritto di credere che per il fatto di essere di pelle bianca uno abbia delle qualità in più rispetto a una persona di colore. Ti propongo di non utilizzare più la parola “razza”, è stata a tal punto strumentalizzata da gente malintenzionata che è meglio sostituirla con l’espressione “genere umano”.

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

Di questo autore

12/05/2010
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Il razzismo spiegato a mia figlia

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