La scuola dei desideri di Joanne Harris non ha nulla a che vedere con il suo capolavoro Chocolat. E' un thriller, ma un thriller malcostruito a mio parere soprattutto nella prima metà dove il lettore stenta a riconoscere le due voci narranti il professore Robert Stratley e uno strano ragazzino. Sinceramente il dilungarsi sui loro sentimenti mi ha fatto più volte provare l'istinto di abbandonare il libro.Una scuola è l'origine di tutta la trama e tutti e due i protagonisti sono pervasi da un amore-odio per essa.E' il collegio maschile elitario St. Oswald nel nord dell'Inghilterra. Il professor Stratley è docente di latino ormai accantonato nella sezione lingue e con l'obiettivo di essere sopresso cerca di tener duro nonostante ormai sia anziano e riceva spesso consigli velati di andare in pensione. L'altra voce narrante racconta come per quel ragazzino St, Oswald fosse un miraggio e come si fosse intrufolato nel collegio fingendosi uno studente. Solo nella seconda parte si riesce a capire cosa veramente fosse successo nel passato e dell'odio che si era portato dentro. Fatti inspiegabili cominceranno a succedere nel collegio, sparizioni di oggetti, infine di uno studente e uno strano incendio. Sicuramente l'attenzione si accende e si prova un certo interesse, però, nonostante il finale inaspettato, torno a ribadire che come thriller è debole e scontato.Mio malgrado, conoscendo l'autrice, non mi sento di consigliarlo.