Delitto e castigo, recensito da Gino
La vicenda si svolge a Pietroburgo; l’epoca è la stessa in cui Dostoevskij scrive. Lo studente Rodion Raskòl’nikov interrompe gli studi universitari a causa della povertà: la madre e la sorella e la sorella Dunjia, che vivono in provincia, possono mandargli solo pochi denari che la giovane guadagna facendo l’istitutrice presso la famiglia dell’ambiguo, insidioso Svidrigailov. Raskòl’nikov, convinto che non esistono limiti di ordine morale all’azione dell’uomo di forte carattere e di grande volontà, uccide una vecchia usuraia e, solo perché il caso lo costringe, la sorella di lei, derubandole. Il bottino in realtà è una miseria cosa che non servirà certo a risolvere le difficoltà economiche dello studente né quelle della madre e della sorella. Nelle pause di lucidità si interessa delle indagini svolte dalla polizia, quasi sfidandola in un gioco d’astuzia. Il giudice Porfirij Petrovic ha intuito la verità, ma attende che sia Raskòl’nikov stesso a cedere e ad autodenunciarsi. Frattanto la storia di Raskòl’nikov che, tra una crisi e l’altra, vaga per le strade e le osterie di Pietroburgo e che spesso si incontra con l’amico Razumichin, si intreccia con quella di altri personaggi infelici, alcuni moralmente miserabili, altri che conservano, nella sventura o nella miseria, la purezza interiore. Ecco la famiglia di Marmeladov, un impiegato alcolizzato: sua moglie Katerina Ivànovna, ammalata, spinge la figliastra Sonja a prostituirsi. Raskòl’nikov conosce Sonja e, sentendo la profonda spiritualità della ragazza, le confessa il suo delitto. Sonja lo convince a costituirsi. Frattanto Dunja, che per aiutare la madre e Raskòl’nikov, accetterebbe di sposare Luzin, un uomo ricco e malvagio (ma il fratello impedisce il matrimonio), è coinvolta nelle trame di Svidrigailov, che, per avere Dunja, uccide la moglie. Raskòl’nikov, dopo essersi costituito, sarà deportato in Siberia, seguito da Sonja, che gli insegnerà, con il suo amore, il senso della vita secondo il modello cristiano. Nel finale, mentre sconta la pena in Siberia, il protagonista potrà liberarsi dalla superba e folle ideologia del superuomo che lo dominava all’inizio della vicenda. Il nucleo fondamentale del pensiero di Dostoevskij che si evidenzia nel romanzo è costituito dal contrasto fra il bene e il male, che si agita nell’animo del protagonista e di altri personaggi. Dostoevskij vede, come un’unica possibile via di uscita da questa conflittualità che è profondamente radicata nell’animo umano, la via dell’amore e della redenzione attraverso la sofferenza, indicata dall’insegnamento cristiano. E’ un romanzo ispirato alla realtà: parlando del suo progetto di Delitto e Castigo, Dostoevskij affermava che era sua intenzione dare <> e che <>. I temi cardine del romanzo sono: la libertà dell’uomo, il suo rapporto con la morale e con Dio, il perché della sofferenza degli innocenti.
P.s. La mia copertina Newton e Compton tutta viola con gli alberi è molto più bella ma non sono riuscita a trovarla in Internet.
“Perché quasi tutti i delitti si scoprono facilmente e vengono a galla, e quasi tutti i delinquenti lasciano tracce così visibili? A poco a poco era giunto a complesse e strane conclusioni: secondo lui, la causa fondamentale non stava tanto nell'impossibilità pratica di mascherare il delitto, quanto nello stesso delinquente: quasi ogni criminale, infatti, al momento del delitto è soggetto a una specie di cedimento della volontà e della ragione, che lascia il posto a una prodigiosa puerile leggerezza proprio quando occorrono in sommo grado riflessione e cautela.”
“Questa è la domanda: è la malattia a causare il delitto, oppure è il delitto che, per sua natura, è sempre accompagnato da quella specie di malattia?”
“Gli uomini sono divisi in ordinari e straordinari e ritengo che l'uomo straordinario ha il diritto di autorizzare la sua coscienza ad oltrepassare certi ostacoli nel caso in cui la realizzazione della sua idea, lo esiga, mentre l'uomo ordinario vive nell'obbedienza della legge. Esistono sulla terra degli uomini che possono, o per dir meglio, hanno l'assoluto diritto di commettere ogni sorta di azioni colpevoli o delittuose: degli uomini per i quali, in certo modo, la legge non esiste.”
"Delitto? Quale delitto?" gridò subito il giovane, preso da una sorta di rabbia improvvisa. "Aver ucciso un pidocchio strisciante e dannoso, una vecchia strozzina inutile a tutti, la cui uccisione farebbe perdonare al suo uccisore cento peccati, un essere che ha succhiato il sangue ai poveri, questo, questo è un delitto? Io non lo credo e non ho alcuna intenzione di lavarlo. Ma perché tutti mi stordiscono da tutte le parte con questo delitto! [...]" "Fratello, fratello, che cosa stai dicendo! Tu hai versato del sangue" gridò Dunja in preda alla disperazione. "Sangue che tutti versano" replicò in uno stato quasi di frenesia "che scorre per il mondo e sempre scorrerà a torrenti, sangue che zampilla come lo champagne e per il quale poi ti incoronano in Campidoglio e ti considerano un salvatore dell'umanità. Ma guarda più affondo, osserva. Anch'io volevo il bene degli uomini e avrei fatto cento, mille opere buone per compensare quest'unico gesto idiota (anzi, non tanto idiota quanto fallito, perché la mia idea non era così stupida ora dopo l'insuccesso). Con questa idiozia io volevo solo crearmi una posizione indipendente, compiere il primo passo, procurarmene i mezzi. Poi tutto sarebbe stato compensato con azioni utili, molto utili... Ma io neppure il primo passo ho avuto il coraggio di fare, perché sono un vile. E' tutto qui. Ma non posso considerare la cosa dal vostro punto di vista: se la cosa fosse riuscita, mi avrebbero esaltato; ora invece mi gettano nella fossa."
“Li aveva risuscitati l'amore, il cuore dell'uno racchiudeva infinite fonti di vita per l'altro.
Si prefissero di aspettare e di aver pazienza. Restavan loro ancora sette anni di attesa; e nel frattempo quanto intollerabile dolore e quanta felicità sconfinata! Ma egli era risuscitato, e lo sapeva, lo sentiva pienamente con tutto il suo essere rinnovato, e lei, lei non viveva che della vita di lui!”
Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.