La storia di una caduta. Quasi un'autobiografia La Némirovsky, che ci ha abituato ad immagini ed odori della Parigi degli anni '30, ci racconta stavolta la caduta di una ricca famiglia russa, i Karin, che durante la Rivoluzione Bolscevica del 1917 si trovano costretti a fuggire di nascosto tra villaggi e boschi incendati. Rimane solo, Tat'jana Ivanovna,njanjuska, la vecchia balia devotissima alla famiglia; rimane perchè deve "pur restare qualcuno a sorvegliare la casa". Ed è lei, questa figura umile, la vera protagonista del romanzo; lei che, con la sua fede in Dio e la sua determinazione, assisterà alla partenza per la guerra dei giovani Jurij e Kirill, raggiungerà la famiglia in fuga prima a Marsiglia e poi a Parigi, viaggiando con i diamanti dei Kirill cuciti nell'orlo della gonna. E, memore degli splendori di cui è stata testimone per ben cinquantuno anni a servizio della famiglia, con la morte nel cuore, li vede ora costretti in un angusto e buio appartamento di quattro stanze a camminare "avanti e indietro da una parete all'altra, in silenzio, come le mosche d'autunno, allorchè, passati il caldo e la luce dell'estate, svolazzano a fatica, esauste e irritate, sbattendo contro i vetri e trascinando le ali senza vita" Un lungo racconto, nel quale possiamo scorgere elementi autobiografici - anche la Némirovsky si rifugiò in Francia con la famiglia scappando proprio dalla rivoluzione - che terminerà con la fine tragica della protagonista, in una gelida giornata invernale lungo la Senna.