Conclave)
Thriller

Conclave, recensito da KatnissEL su Bookville.it

“Come? Tutto sarebbe solo umano, troppo umano? Con un tal sospiro si uscirebbe dai miei scritti, non senza una sorta di orrore e sfiducia persino contro la morale, anzi parecchio tentati e spronati a fare per una volta i patrocinatori delle cose peggiori, come se esse fossero forse solo le meglio calunniate”. Ho scomodato nientemeno che Nietzsche e la sua raccolta di aforismi, in quello che rappresentò il primo saggio specificatamente filosofico, pubblicato tra il 1878 e il 1879, "Umano, troppo umano. Un libro per spiriti liberi" (Menschliches, Allzumenschliches. Ein Buch für freie Geister): in esso, colui che poi sarebbe diventato il teorico del nichilismo, del superuomo e della “morte di Dio”, riflette sulla condizione esistenziale dell’essere umano contemporaneo, a partire dal paradigma della krisis. E credo che tale dissertazione si possa prestare al miglior commento di questo romanzo bestseller dello scrittore e giornalista inglese Robert Harris, pubblicato per la prima volta nel 2016 e tornato alla ribalta, com’è noto, a seguito dell'omonimo e pluripremiato film di Edward Berger del 2024, della morte di papa Francesco il 21 aprile 2025 e del successivo avvio del Conclave... quello vero e che, a quanto pare, ha avuto un cammino e un esito meno tribolati di quelli raccontati nel romanzo. È proprio un uomo lacerato da una profonda crisi il protagonista della storia, il cardinal Jacopo Lomeli, in mezzo ad alcuni colleghi “patrocinatori delle cose peggiori”. Harris in questo thriller fa sentire un’eco del genere ucronico proprio del suo capolavoro del 1992, "Fatherland": da un’accurata ricerca della fonti, unisce elementi propri del romanzo storico, per poi aggiungere la fantapolitica e forse anche un pizzico di fantascienza. Tenendo conto che i complessi personaggi che animano il suo mondo narrativo meritano un degno approfondimento psicologico e spirituale. Il primo è proprio Lomeli con la sua ricerca di una fede perduta, forse in Dio o forse nell’istituzione che è chiamato a servire, proprio quando deve guidare il Conclave come decano del collegio cardinalizio: l’aspetto più interessante e coinvolgente di tutto il romanzo. Ed è ciò che bilancia, con uno stile di scrittura avvincente e, allo stesso tempo, ponderato ed elegante, l’atmosfera fredda e cupa, caratterizzata da intrighi, sotterfugi, scandali sessuali e finanziari di alcuni altri cardinali che così non risultano “solo” un becero e bidimensionale gruppo di “gangster” - come ha sostenuto un critico cinematografico nel commento al film. Harris, infatti, ama indagare l’essere umano che, sotto i paramenti sacri e le alte cariche, è sottoposto a tentazioni di ogni tipo, non riuscendo spesso a mantenere in equilibrio i propri obiettivi e progetti con quelli di una volontà superiore. E più questo individuo sale la scala di potere più la voce divina sembra affievolirsi e predomina l’ambizione e l’arroganza, a qualsiasi prezzo. Questo accade ogni volta che si dimentica che qualsiasi forma di potere esercitato, a maggior ragione nell’ambito della Chiesa, è innanzitutto servizio. Di conseguenza viene radicalizzato il dibattito tra conservatori e liberali che perde totalmente lo spirito del dialogo e diventa una vera e propria guerra tra fazioni, con a capo Bellini, Tremblay, Adeyemi, Tedesco... e un outsider, Benitez. Il motivo che innesca l’intreccio narrativo è la morte di un papa che, anche se l’autore si è affrettato a smentirlo, non può che ricordare Francesco e la sua lotta per riportare trasparenza e onestà all’interno dell’intricata Curia Romana e nel romanzo tutto questo viene raccontato, con tono quasi profetico. Interessante il breve ma intenso e anche audace dialogo tra Lomeli e Bellini, il segretario di Stato: “Il Santo Padre mi ha riferito delle tue difficoltà con la preghiera. Forse posso aiutarti. Sai che verso la fine anche lui aveva dei dubbi?”. “Il papa aveva dei dubbi su Dio?” “No! Non su Dio!” e poi disse qualcosa che Lomeli non avrebbe mai dimenticato. “Quella in cui aveva perso la fede era la Chiesa.” (p. 28). L’attenzione dell’autore ai fatti di cronaca e ai dettagli raccontati con dovizia, dall’ambientazione di Casa Santa Marta e della Cappella Sistina fino al rituale proprio del Conclave, tanto che la maggior parte dei capitoli segue il numero di votazioni, crea un flusso narrativo lento ma inesorabile, dando l’impressione che, quando tutto sembra procedere secondo regole seguite da millenni... avviene l’imponderabile. Perché, in fin dei conti, “non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto” (Lc 12, 2-3). Ecco perché Lomeli diventa quasi un investigatore mosso dal desiderio di portare alla luce la verità ed eleggere il miglior Papa possibile. E così arrivano due colpi di scena sconvolgenti, in cui è necessaria anche una buona dose di “sospensione dell’incredulità”. Infatti, quando si giunge all’elezione del papa il sollievo dura poco, per poi dar spazio a una nuova inquietudine. Il finale in un certo senso è aperto, non perché non concluda tutta la trama e gli archi narrativi. Ma perché resta la riflessione del lettore sul fatto che non è tutto sotto il nostro controllo e vivere da sapienti vuol dire anche e soprattutto saper gestire l’imprevedibile e l’incontrollabile, che supera ogni schema mentale.

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

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