Tempo fa mi capitò di leggere la notizia di alcuni abitanti di una città italiana che si erano lamentati per il suono delle campane di una chiesa vicino al loro condominio che, a quanto pare, disturbava la loro quiete. È curioso che, in quest’opera straordinaria di Paulo Coelho, stra-letta e stra-recensita, il prologo parli proprio di un tempio gigantesco con tante campane e dell’incontro tra una donna misteriosa - per quanto dagli abiti e dall’atteggiamento non è poi così difficile associarla a una certa figura - e un bambino: quest’ultimo viene invitato ad ascoltare e godere del suono delle campane. Ma scopriamo subito come l’isola in cui si trovava il tempio è sprofondata nel mare e il bambino deve imparare a spegnere tutti i rumori, le tossicità e le distrazioni che gli impediscono di concentrarsi sul suono delle campane e guardare il mondo con occhi nuovi. Ho acquistato e gustato la lettura di questo libro ben dieci anni dopo averlo regalato a una persona che non fa più parte della mia vita da parecchio: diciamo che non si era propriamente comportato da “guerriero della luce” 😞. Ed è, a livello personale, la dimostrazione che le persone possono anche passare, i ricordi svanire, le ferite che ci provocano possono, col tempo, guarire... ma i libri restano 😅. Soprattutto opere come questa, una “miniera” di saggezza e sapienza di vita: la “luce” emana da ogni pagina che, come si diceva anche qui su Anobii, non va solo letta ma meditata. Coelho è uno scrittore, poeta e blogger e, sotto questi titoli, un dolce, tenero e amorevole maestro spirituale. Fondamentalmente perché la sua incredibile vita è già di per sé un romanzo. Ha conosciuto incredibili tribolazioni, innanzitutto a livello psichico, la non accettazione della sua sensibilità e vocazione artistica, l’essere considerato un pazzo e trattato come tale persino dai suoi familiari, fino all’elettroshock e alle torture fisiche subite per alcune scelte politiche. Nella sua ricerca di senso ha incontrato la fede cristiana per poi abbandonarla, per poi riprenderla di nuovo, passando per l’alchimia (che ha ispirato il famoso romanzo, L’Alchimista) e la magia nera. La spiritualità che ne deriva è cristiana ma non nasconde alcuni elementi derivanti anche dalla mistica cinese. In tutti questi eventi, egli rappresenta un esempio: proprio perché ha sofferto molto e ingiustamente, pagando un prezzo spesso sproporzionato rispetto agli errori commessi, può comprendere a fondo le sfaccettature e i dolori dell’animo umano. Manuale del guerriero della luce non nasce come romanzo ma, come sostiene la nota dell’autore, è una raccolta di testi filosofici, con citazioni dalla saggezza cinese di Lao Tzu e Chuang-tzu, dalla Bibbia e dal Talmud, pubblicati su diversi giornali brasiliani e stranieri, tra il 1993 e il 1996 a cui egli ha aggiunto il prologo e l’epilogo, per pubblicarlo nel 1997. Coelho si propone di prendere per mano il lettore e guidarlo a riscoprire il guerriero della luce latente in ciascuno di noi, perché sa che la vita è una battaglia, anzi un “buon combattimento”. Ciò si ispira e ricorda, inevitabilmente, la struggente riflessione che fa Paolo di Tarso, l’Apostolo delle Genti, nella seconda lettera a Timoteo quando, prevedendo il martirio, dopo aver subito oltraggi, incomprensioni, fatiche, violenze, tradimenti e abbandoni da parte di coloro che considerava amici fidati, naufragi ogni volta che si imbarcava per mare, per testimoniare ciò in cui credeva, scrive: “Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede.” (2Tim 4, 7) Ho condiviso solo alcune citazioni e note di questo volume, ma avrei potuto farlo per ogni singola pagina. Inoltre, mi trovo solo al secondo romanzo di Coelho, dopo Sulla sponda del fiume Piedra mi sono seduta e ho pianto e spero di riuscire a leggere l’intera sua bibliografia. E non aggiungo altro in questa recensione innanzitutto perché il testo basta a sé stesso e poi perché è giusto che ogni lettore ne ricavi conforto, sostegno e speranza per la propria esperienza esistenziale. Perché, come Coelho insegna, ciò che conta non è quanto la vita ci sferzi e a volte ci flagelli con il vento delle avversità ma imparare a vivere con tali contraddizioni, perché ogni evento ha un significato, ogni scelta ha valore, ogni elemento fa parte del Buon Combattimento... e riuscire così ad ascoltare il suono delle campane in fondo al mare.