Lo Squalo Bianco nel Mediterraneo, recensito da francy su Bookville.it

L'uomo ha avuto e continua ad avere un effetto dannoso sugli squali bianchi del Mediterraneo a causa della pesca, dell’impoverimento delle risorse, dell’inquinamento ambientale, del riscaldamento globale e della distruzione degli habitat (De Maddalena, 2008). Lo squalo bianco risulta incluso nell’appendice 2 del Protocollo sulle Aree Specialmente Protette e sulla Biodiversità della Convenzione di Barcellona del 1996, e dal 1999 è formalmente protetto nelle acque italiane e maltesi. Nel 2007 il Consiglio della Comunità Europea ha stabilito che alle navi comunitarie e di paesi terzi, in tutte le acque comunitarie, è vietata la pesca, la detenzione a bordo, il trasbordo e lo sbarco degli squali bianchi. Il divieto si applica inoltre alle navi comunitarie anche in tutte le acque non comunitarie (Consiglio dell’Unione europea, 2007). Questo per lo meno sulla carta. Nell’area mediterranea la conservazione degli squali e, più in generale, la regolamentazione della pesca vengono ancora considerati problemi di secondaria importanza. È necessario un attento monitoraggio della specie da parte di tutte le nazioni mediterranee, una protezione che sia effettiva e alla quale si accompagnino pesanti sanzioni laddove non venga rispettata la legge. Lo squalo bianco, come tutti i predatori, essendo in cima alla catena alimentare, gioca un ruolo importante nella mantenere l'equilibrio degli ecosistemi marini, merita pertanto una tutela reale e completa. Inoltre è una creatura straordinaria, perfetta, che è sopravvissuta a tutte le estinzioni di massa, e adesso per mano dell'uomo e di infelici pellicole cinematografiche di nessun valore scientifico, rischia di scomparire per sempre.

Ricordati che questa è l'opinione di un lettore e non rappresenta una recensione ufficiale del libro.

Di questo autore

2010
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Lo Squalo Bianco nel Mediterraneo

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