CORMAC MCCARTHY Scrittore americano, è cresciuto in Tennessee, dove ha frequentato l'Università, abbandonandola per ben due volte. Entrato nel '53 nell'Air Force, vi è rimasto per quattro anni. Ha vissuto anche a El Paso, in Texas, e a Tesuque, nel Nuovo Messico. McCarthy non concede interviste e non frequenta gli ambienti letterari e mondani (del 2007 l'eccezione dell'intervista televisiva con Oprah Winfrey). Tra le sue opere ricordiamo Il guardiano del frutteto, Il buio fuori, Suttre, Meridiano di sangue, Oltre il confine e Città della pianura. Cavalli selvaggi, ha conquistato il National Book Award. Con La strada del 2007 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa. Dalle opere di McCarthy sono stati ricavati diversi film: nel 2000, Cavalli selvaggi è stato trasposto nel film Passione ribelle ad opera di Billy Bob Thornton. Nel 2007, Non è un paese per vecchi è diventato il film omonimo firmato dai fratelli Coen. Nel 2009 è stato realizzato l'adattamento de La strada per il grande schermo. Il film, intitolato The Road come il romanzo è diretto da John Hillcoat, e ha protagonisti Viggo Mortensen e Kodi Smit-McPhee. Un uomo e un bambino, padre e figlio, senza nome. Spingono un carrello, pieno del poco che è rimasto, lungo una strada americana. La fine del viaggio è invisibile. Circa dieci anni prima il mondo è stato distrutto da un'apocalisse nucleare che lo ha trasformato in un luogo buio, freddo, senza vita, abitato da bande di disperati e predoni. Non c'è storia e non c'è futuro. Mentre i due cercano invano più calore spostandosi verso sud, il padre racconta la propria vita al figlio. Ricorda la moglie (che decise di suicidarsi piuttosto che cadere vittima degli orrori successivi all'olocausto nucleare) e la nascita del bambino, avvenuta proprio durante la guerra. Tutti i loro averi sono nel carrello, il cibo è poco e devono periodicamente avventurarsi tra le macerie a cercare qualcosa da mangiare. Visitano la casa d'infanzia del padre ed esplorano un supermarket abbandonato in cui il figlio beve per la prima volta un lattina di cola. Quando incrociano una carovana di predoni l'uomo è costretto a ucciderne uno che aveva attentato alla vita del bambino. Dopo molte tribolazioni arrivano al mare; ma è ormai una distesa d'acqua grigia, senza neppure l'odore salmastro, e la temperatura non è affatto più mite. Raccolgono qualche oggetto da una nave abbandonata e continuano il viaggio verso sud, verso una salvezza possibile... "Nessuna lista di cose da fare. Ogni giornata sufficiente a se stessa. Ogni ora. Non c'è un dopo. Il dopo è già qui. Tutte le cose piene di grazia e bellezza che ci portiamo nel cuore hanno un'origine comune nel dolore. Nascono dal cordoglio e dalle ceneri. Ecco, sussurrò al bambino addormentato. Io ho te". Sono soli in un mondo ostile che l'uomo ha distrutto. Vagano cercando riparo e cibo verso un luogo che possa portare sicurezza. L'angoscia che mi ha creato questo libro è al cubo. Il pericolo di incontrare persone che fanno la cattiveria l'istinto di sopravvivenza, la desolaZIONE, IL FREDDO la fame per il papà e il bambino dei quali non conosciamo il nome la strada deve portare a una qualche salvezza. Chapeau all'autore ma questo libro mi resterà nel cuore come un incubo. Certo non lo ritengo adatto a chi fa della lettura un momento di evasione.