L'isola dell'angelo caduto
  • 9788806158354

L'isola dell'angelo caduto

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L'isola dell'angelo caduto


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Commenti (2)

01/05/2012 - nuvolainviaggio
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L'isola dell'angelo caduto è tre romanzi in uno: è un noir, un affresco storico e una minuziosa analisi psicologica delle manie, delle perversioni, delle solitudini e delle fragilità di un'umanità varia confinata in un'isola italiana sperduta in un posto non precisato. La vicenda si svolge nel 1925 mentre Mussolini, nel continente, pronuncia il celebre discorso alla Camera con cui si assume la responsabilità del delitto Matteotti. Nell’isola ha sede La Cajenna, una colonia penale originariamente denominata "Capo dell’angelo caduto", per via di una leggenda che racconta che uno degli angeli ribelli sia caduto dal cielo, proprio lì, su una parte di quell’isola. Questa curiosa leggenda contribuisce a delineare le atmosfere cupe del libro, unitamente alla descrizione del paesaggio grigio ed ostile a cui si adatta alla perfezione la frase del terzo canto dell’inferno di Dante: “Lasciate ogni speranza o voi che entrate”. Il tempo sembra essersi fermato proprio in quel posto dimenticato da tutti, dove per i motivi più vari, sono convenuti comuni mortali, oppositori del regime e personaggi con un passato da cancellare. Protagonista della storia e delle indagini è un giovane Commissario, finito in quel posto per aver applicato alla lettera l’ammonimento del padre: “Ricorda il senso dello Stato” e aver arrestato, in qualità di Vicecommissario aggiunto alla Questura di Ferrara, quattro squadristri che avevano “scannato un socialista in una rissa di osteria”. Con lui, nell’isola, c’è la giovane moglie che ha perso il senno, probabilmente proprio a causa del confino in quel posto dimenticato anche da Dio. Lo sguardo del Commissario, sui luoghi in cui si svolgono gli eventi descritti nel romanzo e sulle vicende che si verificano, è perplesso e svogliato. Le stesse indagini vengono condotte quasi per inerzia e solo un guizzo finale contribuirà alla svolta e al rocambolesco epilogo. Epilogo dalla costruzione, forse, un po’ barocca,che lascia intatti molti interrogativi su alcuni lati dei protagonisti e, finanche, sugli effettivi colpevoli degli omicidi. La forza del romanzo risiede tutta nel linguaggio utilizzato dall’autore: semplice e nel contempo poetico ed evocativo e nelle descrizioni particolareggiate del luogo, delle sue luci e dei suoni che contribuiscono a rendere, di fatto, l’isola stessa la vera protagonista del racconto. Grazie allo stile di Lucarelli, mi sono sentita “dentro” alla storia: insieme ai personaggi ho percorso le strade polverose, ho percepito la nebbia compatta insinuarsi tra le ossa, ho sentito i venti soffiare tutto intorno e quasi sfiorarmi la pelle, ho scrutato attraverso il paesaggio grigio, intravedendo il profilo dell’isola e il confine tra mare e cielo - non sempre perfettamente distinguibile -, ho udito le note della canzone riprodotta ossessivamente, per tutta la storia, dallo stesso grammofono, ho annusato l’odore salino del mare. Tutto questo mi rimane addosso anche ora, a libro finito e mi porta, in qualche modo, a passare sopra alle perplessità lasciatemi dallo sviluppo della trama e sopra menzionate. Da leggere (e presto anche da vedere; sarà, infatti, anche un film, diretto dallo stesso Lucarelli).

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14/07/2017 - Tesesempreastroz
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*** Attenzione: di seguito anticipazioni sulla trama (SPOILER) *** questo libro è stato veramente una delusione: non ha nè capo nè coda... ma che razza di giallo è? tutti muoiono senza motivo. la moglie del federale ha ucciso...ma perchè?? la moglie dell'inglese muore...ma come? perchè la moglie del commissario è depressa? chi è questo maestro che apparve in un attimo e poi scompare? un mucchio di personaggi buttati nel libro senza poi svilupparli, senza caratterizzarli. è come vedere un mucchio di sagome di cartone senza spessore.

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