Il senso di una fine
  • BOOK406180846
  • Einaudi

Il senso di una fine

di Julian Barnes

Tony Webster è un uomo senza qualità. Negli studi e nel lavoro, nei sentimenti e, c'è da scommetterci, anche nel sesso. Ma la lettera con cui un avvocato gli annuncia il lascito di cinquecento sterline e di un diario proveniente dal passato scuote il fondo limaccioso della sua esistenza. Tony deve ora scoprire chi gli ha destinato quell'ingombrante eredità e perché ha scelto proprio lui, e quale segreto rabbiosamente custodito quel diario potrebbe rivelare. Nel porsi queste domande, s'imbatterà in risposte che avrebbe preferito non conoscere e dovrà imparare a sue spese che «la nostra vita non è la nostra vita, ma solo la storia che ne abbiamo raccontato». http://www.einaudi.it/libri/libro/julian-barnes/il-senso-di-una-fine


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Commenti (3)

04/07/2013 - Michelle
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"La storia che ci succede sotto il naso dovrebbe essere per noi la più chiara, e invece risulta la più deliquescente. Viviamo nel tempo, il tempo ci definisce e ci vincola e dovrebbe anche essere misura della storia, no? Ma se non riusciamo a comprenderlo, se non ne afferriamo il mistero in termini di andamento e decorso, che speranze possiamo avere con la storia, perfino con il marginale frammento della nostra personale, peraltro assai poco documentata?" Ottima scrittura ed anche, a mio parere, ottima traduzione. Il mio commento però è sulla sensazione che mi ha lasciato questa lettura: una vaga irritazione imprigionata in una ragnatela di lieve angoscia. Riconosco questo disturbo vagamente affascinante, è lo stesso che mi hanno lasciato libri di Coe (La casa del sonno), Mason (Anime alla deriva) ma anche, nel suo piccolo, Rosamunde Pilcher. Che è? E' il ripetersi del tema del rimorso legato ad un evento della giovinezza. Da una parte in tutti questi libri la gioventù, il tempo della scuola viene mitizzato, dall'altra viene vissuto come una specie di incubo generatore di rimpianti ed errori fatali. Ora... Io sarò vecchia, cinica ed egoista ma so perché sono vagamente incazzata: vogliamo finirla di rimpiangere gli errori di gioventù? Io penso che l'accettazione dei nostri sbagli giovanili sia non solo formativa ma necessaria a farci essere ciò che siamo per cui, in sintesi: a ingle', vogliamo finirla con tutte 'ste angoscianti seghe mentali? Che io altrimenti divento autarchica, leggo solo romanzi italiani, e chi s'è visto s'è visto. "Certe volte penso che lo scopo dell'esistenza sia quello di riconciliarci, per sfinimento, con la sua perdita finale, dimostrandoci che, indipendentemente dal tempo che ci vorrà, la vita non è affatto all'altezza della propria fama."

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14/07/2014 - simona72
utente
carino, non eccezionale

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01/11/2017 - sofia
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Notizie sull'autore: JULIAN BARNES Figlio di due insegnati di francese, si è trasferito da Leicester a Londra da piccolissimo. Ha studiato alla City of London School e al Magdalen College di Oxford, ha poi collaborato come lessicografo con l'Oxford English Dictionary. In seguito ha lavorato come redattore letterario e critico cinematografico per riviste come «New Statesman», «New Review», «The Observer» «Sunday Times» e, più tardi, come corrispondente estero per «The New Yorker». Tra le sue opere, tutte pubblicate in Italia da Einaudi (ma negli anni '90 da Rizzoli), ricordiamo Storia del mondo in 10 capitoli e 1/2 (1997 e 2013); Oltremanica (1997); Amore, ecc. (1998 e 2013); England, England (2000); Amore, dieci anni dopo (2004 e 2014); e Arthur e George (2007); Il senso di una fine (2012 e 2014, vincitore di uno dei più importanti premi letterari di lingua inglese, il Man Booker Prize); Livelli di vita (2013), Il pappagallo di Flaubert (2014), Il rumore del tempo (2016). Sinossi: La vita di Tony Webster è stata un fiume relativamente tranquillo, da costeggiare al riparo di scelte ragionevoli e sistematici oblii. Ora però la lettera di un avvocato che gli annuncia un'inattesa quanto enigmatica eredità sommuove il termitaio poroso del passato, e il tempo irrompe nella noia del presente sotto forma di parole risalenti all'adolescenza, quando Tony procedeva all'educazione morale, sentimentale e sessuale che ne avrebbe fatto, inavvertitamente come spesso accade, l'adulto che è. Il percorso a ritroso nelle zone d'ombra della vita, con i suoi dolori inesplorati e i suoi segreti, diventa cosi riflessione sulla fallacia della storia, "quella certezza che prende consistenza là dove le imperfezioni della memoria incontrano le inadeguatezze della documentazione", secondo il geniale amico dei tempi del liceo, Adrian Finn. Ed è dunque a quel punto di congiunzione, ai ricordi imperfetti come ai documenti inadeguati, che il vecchio Tony deve ora guardare per comprendere le vicissitudini del Tony giovane. Come ha potuto la ragazza di allora, Veronica Ford, preferirgli l'amico raffinato e brillante, Adrian? Ci sono solo Camus e Wittgenstein dietro l'estrema decisione di Adrian? Da che cosa ha voluto metterlo in guardia tanti anni prima la madre della ragazza? Perché a distanza di quarant'anni Veronica ritorna nella sua vita con un bagaglio di silenzi e il rifiuto di dargli ciò che è suo? Gli indizi da studiare tessono un filo d'Arianna di reminiscenze inaffidabili.https://www.ibs.it/senso-di-fine-libro-generic-contributors/e/9788806211561 Cosa ne penso io:Sembra un libro da leggere in un'oretta. Breve scorrevole nello stile, a ricco di contenuto che ti fa rileggere le frasi più volte:"Esiste al mondo una cosa più ragionevole di una lancetta dei secondi?" si domanda Tony Webster. E' il protagonista della storia, ma è anche il narratore quello che ripercorre il passato dopo un lascito avuto dalla madre della sua ex dopo la sua morte. E' un libro triste, ma con sentimenti intensi condivisibili.C'è il male di vivere, il rimpianto per un passato che non è sfociato in quello che lui sperava e la domanda incessante sul senso della vita. Potrebbe anche non piacere, a me è piaciuto molto e il finale sorprendente!Da leggere!

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