Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì
  • 9788898470570
  • Mnamon
  • 2014

Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì

di Francesco Luca Borghesi

Giuseppe Garibaldi, qualche giorno prima di morire, scrive una lunga lettera allo scrittore Carlo Lorenzini, noto come Carlo Collodi, l'autore di Pinocchio. Si dichiara francese, a partire dal nome, Joseph Marie Garibaldì (accento sulla i finale), e mostra rimorso verso tutte le ingiustizie che vennero perpetrate nel nome di un'Italia che mai venne ad essere una nazione unita. Il protagonista ricorda, con dovizia di particolari, l'infanzia, la giovinezza, ma soprattutto l'evoluzione della propria coscienza, confessando con sincerità le molte debolezze, prime, tra le tante, il sogno di ricchezza, le donne, il potere. Garibaldì si accorge troppo tardi di aver procurato, direttamente o indirettamente, male e dolore a tante persone e che, anche per colpa sua, generazioni future conosceranno ancora privazioni. Ammette di aver servito diversi Stati e quindi di non essere patriota, conferma di aver amato decine di donne, a volte per una notte a volte per qualche anno, sottolinea di aver abbandonato i figli e quindi di non essere simbolo dell'unione neppure per la famiglia. "Le confessioni di Joseph Marie Garibaldì" è un romanzo storico, frutto di studi accurati e non di semplici tradizioni, riportate per interesse. Ovviamente si tratta di una storia non agiografica, che si discosta in modo deciso dalle versioni ufficiali sull'Unità d'Italia e la Spedizione dei Mille. Una interpretazione degli eventi che getta una luce nuova, che costringe a riflettere su un revisionismo che, se non stridesse con gli interessi attuali, sarebbe degno di esami e valutazioni oggettive. Il nostro, spogliatosi della veste d'eroe, chiede giustizia alle vittime tramite Collodi, confessandosi ad uno dei parlamentari del nuovo Stato unificato. La giustizia potrà essere dunque una meticolosa ricostruzione di ciò che fu e che non doveva essere. La storia chiede giustizia.


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Commenti (1)

24/01/2019 - gisalvi
utente
Una storia ignota è quella che ci racconta Zagor Borghesi, ma verosimile. Leggiamo che il Regno di Napoli era molto più avanzato del Regno d'Italia e che lo sbarco fu voluto dagli inglesi per distruggere uan nazione pericolosamente rivale, quella napoletana, per l'appunto. Non dico altro. Mi chiedo tuttavia quanto di vero ci sia nella storia confessata da Garibaldi: sicuramente molto, ma a noi ce l'avevano insegnata un po' diversa.

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