Il romanzo è ambientato in Sardegna e ruota intorno ad un personaggio, Efix, un contadino, un servo aggrappato con amore ad un poderetto posseduto dalle sue padrone, le dame Pintor, tre sorelle nobili ma di pochissimi mezzi.
Notizie sull'autore: Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura nel 1926, studiò da autodidatta ed esordi come giornalista su riviste di moda. Incrociando influssi veristi e dannunziani, scrisse romanzi e racconti dalla vena etica in cui è descritta la dura vita quotidiana dei compaesani sardi (Canne al vento, Elias Portolu, Marianna Sirca).
Sinossi: La narrativa della Deledda, posta ora nella scia del verismo di Verga, ora accostata al decadentismo dannunziano, racconta di forti vicende d'amore, di dolore e di morte, nelle quali domina il senso religioso del peccato e la tragica coscienza di un inesorabile destino. Nella sua prosa si consuma la fusione carnale tra luoghi e figure, tra stati d'animo e paesaggio, tra gli uomini e la terra di Sardegna, luogo mitico e punto di partenza per un viaggio dell'anima alla scoperta di un mondo ancestrale e primitivo.https://www.ibs.it/canne-al-vento-libro-grazia-deledda/e/9788811365518
Cosa ne penso io:Notevole romanzo che , paragonando Grazia Deledda al Verga, ha in più il merito di essere molto più descrittivo. Il paesaggio sardo con le sue descrizioni si affaccia al lettore convincendolo ad essere li presente e di vivere con i suoi personaggi.Sicuramente è un dono visto che l'autrice è autodidatta.Efix il contadino che vive al servizio delle decadute sorelle Pintor è praticamente la voce guida di tutto il romanzo .“Tutto il giorno Efix, il servo delle dame Pintor, aveva lavorato a rinforzare l’argine primitivo da lui stesso costruito un po’ per volta a furia d’anni e di fatica, giù in fondo al poderetto lungo il fiume: e al cader della sera contemplava la sua opera dall’alto, seduto davanti alla capanna sotto il ciglione glauco di canne a mezza costa sulla bianca Collina dei Colombi.”Efix salverà le padrone dopo che il nipote Giacinto con la sua sconsideratezza le ha rovinate.Lo stile è scorrevole poco adatto a chi non ama il carattere descrittivo nello stile, ma che io amo molto e che ritengo pura poesia. “La vita passa e noi la lasciamo passare come l’acqua del fiume, e solo quando manca ci accorgiamo che manca.”Il libro è stato pubblicato per la prima volta nel 1913, ma a puntate, su L’illustrazione Italiana, una rivista settimanale.
Il titolo è una metafora della vita umana. Gli uomini sono come canne al vento, fragili ed in balia delle intemperie della vita che li flettono o li spezzano. Consigliato!